Attività e progetti

Le attività sono rivolte a pazienti con diagnosi di Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Obesità, Disturbi selettivi dell’Alimentazione.

Le attività

I servizi proposti hanno come obiettivo specifico quello di sostenere la persona durante il percorso di cambiamento sia psicologico e relazionale che alimentare, facilitando il loro inserimento nel contesto sociale, scolastico e lavorativo garantendo di mantenere più a lungo nel tempo i risultati raggiunti.
Per questo motivo si lavora in rete con le altre Strutture Residenziali regionali (Palazzo Francisci a Todi, Centro DAI a Città della Pieve, Nido delle Rondini a Todi), con i CSM, i SerT, i Servizi Sociali e i reparti ospedalieri, cercando di favorire la costruzione di una solida rete di cura e di sostegno per il paziente.

Il programma terapeutico proposto prevede le seguenti attività:

Viene fatta dai vari specialisti una prima valutazione del paziente e di tutta la situazione nella sua interezza e complessità.
Si discute successivamente in equipe l’esito della valutazione per decidere quale percorso è più idoneo al paziente.

Il paziente inizia un percorso individuale psicologico con lo scopo di scendere nelle profondità esistenziali e cercare di comprendere i significati e i simboli della sofferenza espressa dal sintomo alimentare. È un setting definito e privato nel quale il paziente trova il suo spazio e il suo tempo per analizzare tutte le sue difficoltà e insieme al terapeuta, trasformarle.

Attraverso questo momento di terapia il paziente può affrontare liberamente con il supporto e la guida dello specialista, tutte le problematiche e le tematiche legate alla nutrizione e alle fobie specifiche alimentari.
Si ha uno spazio definito per riflettere sul come riprogrammare un’alimentazione corretta e che sia adeguata allo stile di vita della persona.

Parte fondamentale della terapia è il lavoro con le famiglie, primo contesto di riferimento per ogni idnividuo, e si divide in terapie individuali e il gruppo dei genitori due volte al mese (aperto a tutti).
In questo specifico spazio si coinvolge una delle principali risorse della cura ai DCA e si lavora sulle dinamiche del gruppo famiglia e sulla natura e sostanza dei legami affettivi tra i diversi componenti. Spesso anche luogo di tensioni e stress, si ha come obiettivo quello di mettere in comunicazione le varie parti per cercare di creare un ambiente emotivo accogliente nel quale condividere emozioni, informazioni e vissuti.
Il servizio di Umbertide aderisce per questo motivo anche ai seminari di pedagogia genitoriali organizzati dall’equipe di formazione di palazzo Francisci.
La partecipazione agli incontri è consigliata vivamente a tutti i familiari direttamente o indirettamente coinvolti con i pazienti seguiti al servizio.

Il gruppo per i bambini con Disturbo da Alimentazione Selettiva è un gruppo sperimentale proposto dal nostro Servizio per far fronte a questa patologia che si presenta prevalentemente in età evolutiva con la quale i bambini persistono nel mangiare una gamma molto ristretta di cibi anche in base al colore e alla forma.
Rispetto a questo disturbo sono quindi proposti 10 incontri di gruppo psico-educazionali in cui i bambini insieme ai propri genitori possono sperimentare un sano rapporto con i diversi alimenti, ristabilendo un nuovo legame con il cibo attraverso l’esposizione graduale, prima con alimenti di plastica fino ad arrivare ad una vera e propria manipolazione del cibo.
L’équipe terapeutica accompagna durante tutto il percorso i familiari e i bambini attraverso l’osservazione partecipata durante i laboratori e con incontri dedicati esclusivamente ai genitori
Dal 2017 è attivo anche un gruppo rivolto a bambini di
tre/quattro anni, che insieme ai propri genitori partecipano a laboratori utilizzando il gioco
simbolico in chiave terapeutica al fine di scoprire un rapporto sereno con il cibo.

Il percorso rivolto a pazienti adolescenti con Diagnosi di AN e BN si tiene con cadenza quindicinale.
Nello specifico i pazienti partecipano al gruppo esperienziale con una Psicologa Psicoterapeuta, in cui a partire dalla condivisione del proprio vissuto, si affrontano temi che riguardano l’esplorazione delle risorse personali, relazionali e la psicoeducazione emotiva.

Referenti
Centro DCA Palazzo Francisci a Todi, Centro DAI a Città della Pieve
Tania Mococci, psicologa e psicoterapeuta EMDR
email taniamococci@gmail.com

CentroDca Umbertide
laria Raichi, psicologa e psicoterapeuta EMDR
email ilaria.raichi@gmail.com

L’E.M.D.R. (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un metodo psicoterapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.

Tale metodo si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.

Dopo il trattamento il paziente percepisce che il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo.

Il modello EMDR, che Francine Shapiro ha ideato, parte dall’idea che le manifestazioni sintomatiche, inclusi i disturbi alimentari, dipendono da passate esperienze traumatiche che innescano un modello di comportamenti, cognizioni ed emozioni, che causano una spirale di sofferenza acuta. Fondamentale diventa così andare a recuperare nell’ambito di una relazione di cura, quali traumi nella forma di esperienze, emozioni, odori e rumori e cognizioni, il soggetto ha vissuto. Alcune evidenze scientifiche hanno presentato la possibile correlazione tra le storie caratterizzate da esperienze traumatiche, legate in particolare a maltrattamenti fisici e violenza sessuale, e lo svilupparsi dei disturbi dell’alimentazione (Putnam, 2001).

I comportamenti disfunzionali messi in atto dai pazienti giocano un ruolo di protezione dai ricordi traumatici intrusivi e fungono da modulatori dell’ansia e di altre emozioni invalidanti quali rabbia, vergogna, impotenza, che creano un pericoloso circolo vizioso.

La ricerca della perfezione e del controllo che sta alla base della sintomatologia dei disturbi del comportamento alimentare potrebbe avere origine proprio dalle prime esperienze di vergogna. I comportamenti disfunzionali correlati ai disturbi dell’alimentazione avrebbero pertanto un ruolo nell’interruzione di questi ricordi traumatici intrusivi e nella modulazione di emozioni negative di vergogna, rabbia e impotenza. (Balbo. M., 2015)

L’EMDR è caratterizzata da otto fasi progettate per affrontare le esperienze negative del passato, gli eventi scatenanti attuali dei sintomi sviluppati da quelle esperienze e di tutti i blocchi futuri al funzionamento efficace (Shapiro, 2001). L’efficacia dell’EMDR per il trattamento del trauma è stata ben dimostrata in diverse meta-analisi e numerose ricerche negli ultimi decenni hanno sottolineato l’efficacia della tecnica EMDR nel trattamento dei disturbi alimentari.

Sono due i contributi italiani ad opera di Simona Anselmetti (Ospedale San Paolo di Milano) e Maria Zaccagnino (Università di Lugano) che  hanno confermato l’efficacia dell’integrazione dell’EMDR con la CBT per i pazienti con disturbi alimentari. (Zaccagnino& Cussino, 2015).

Nelle varie fasi del trattamento si affrontano il sintomo come significato, la dissociazione che spesso accompagna il trauma, la storia di attaccamento, il lavoro con le varie parti del se, e l’immagine corporea. Il protocollo di lavoro con i DCA in fase acuta favorisce un lavoro sulle risorse e sulla motivazione, per ottenere la collaborazione del paziente in fase acuta è importante lavorare sul controllo-discontrollo di sé.

In particolare l’EMDR si è mostrata efficace nel condurre a una risoluzione del materiale non risolto, a modificare la rappresentazione della relazione di attaccamento precoce con i caregiver e a diminuire le credenze negative sull’autostima e la vulnerabilità individuale (Zaccagnino& Cussino, 2013).

La testimonianza di una signora vittima di violenza domestica con diagnosi di binge eating, ci aiuta a comprendere in modo evidente l’efficacia di tale metodo: “Attraverso l’EMDR ho intrapreso un percorso su me stessa che mi ha permesso di guardare la mia vita con occhi diversi, mi ha permesso di liberarmi dalle angosce di uscire dalla prigione che mi tormentava ogni giorno, non riuscivo ad addormentarmi perché avevo ricordi negativi del passato, non mi rendevo conto di mangiare tanto perché ero concentrata sulle disgrazie che mi erano e pensavo di non valere niente, durante il trattamento gradualmente mi sono sentita viva e libera, a volte provo una sensazione di felicità che non provavo più da tanto tempo”.

BIBILOGRAFIA
– Putman,R.D.(2001) Social Capital: Measurement and Consequenses. Canadian Journal of Policy 2, 41-51
– Shapiro, F. (2001). Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Basic Principles, Protocols and Procedures. (2nd ed.). New York: The Guilford Press.
– Zaccagnino M.,  Cussino M., Callarame C., Civilotti C., (2015) “EMDR and CBT for Anorexic Patient: a clinical comparative study”, Rivista di psichiatria . Submitted on January 2015
– Zaccagnino, M., & Cussino, M. (2013). EMDR and Parenting: A Clinical Case. Journal of EMDR Practice and Research, 7(3), 154-166.
– Balbo, M. (2015).  EMDR e disturbi dell’alimentazione. Tra Passato, Presente e Futuro. Giunti Editore.

Ultimo aggiornamento
17/05/2023
Queste informazioni ti sono state d'aiuto?
Si No
Preferenze dei cookie
Arrow Up