Glossario disinfestazione

Alcuni termini da conoscere in relazione al servizio di disinfestazione

Gli erogatori di esche ratticide sono costituiti da contenitori in materiale plastico nel quale vengono collocate le esche. La funzione dell’erogatore è quella di disporre il prodotto in un posto che non sia raggiungibile da bambini e da animali non bersaglio ed inoltre di mantenere il prodotto sempre ben conservato e appetibile. Gli erogatori devono essere chiudibili a chiave.

Per ambienti chiudibili a chiave, quali cantine, soffitte, box.. si possono predisporre contenitori anche in modo “FAI-DA-TE”, utilizzando scatole, ad es. delle scarpe, nelle quali si praticano due foridella grandezza di un ratto o di un topolino, nei lati opposti, e si colloca l’esca all’interno della scatola su una vaschetta di plastica-polistirolo (quelle della frutta vanno benissimo). La scatola si chiude con dello scotch, si colloca su un lato del locale e si mette un peso sopra, come può essere un mattone. ad es. Successivamente si controlla ad intervalli di tempo regolari (una settimana – 10 giorni) le esche rimanenti ed eventualmente se ne aggiungono.

È un insetticida liquido nel quale il principio attivo è inglobato in microcapsule di sostanze polimeriche. La funzione di questa formulazione è quella di cedere gradualmente l’insetticida. Il trattamento con microincapsulati è quindi ideale per trattamenti di superfici sulle quali si poggiano o camminano gli insetti.

Un’altra funzione importante è quella di venire passate da un insetto all’altro nel corso dei contatti che hanno tra di loro, in particolare per gli insetti “sociali” quali vespe, mosche, formiche, blatte, amplificando in tal modo “l’effetto a catena”. Il principio attivo contenuto nelle microcapsule può essere un piretroide come la permetrina, oppure il chlorpyrifos che è un organofosforico od altri.

È l’insetticida in formulazione liquida a base di derivati sintetici del piretro in soluzione acquosa e quindi con la minima presenza di solventi organici.

Questa famiglia di insetticidi è caratterizzata da una bassa tossicità e la formulazione “senza solventi organici” completa un quadro tossicologico positivo. Tra le più recenti molecole di piretroidi vi sono la deltametrina, il ciflutrin e la permetrina che resistono maggiormente alla degradazione operata dalla luce solare.

I prodotti larvicidi sono idonei a combattere le larve degli insetti ed hanno caratteristici meccanismi di azione.

Il Bacillus Thuringiensis è un batterio aerobio che si trova naturalmente nel terreno, e sono state isolate diverse varietà che esplicano la loro azione in modo selettivo sugli insetti.

La varietà Israeliensis agisce sulle zanzare, ma anche su altri ditteri quali i simulidi e i chironomidi. Il B.T.I. produce nell’intestino delle larve una tossina che paralizza le funzioni intestinali ed è innocuo per l’uomo e per l’ecosistema. Il maggior limite del B.T.I è il veloce tempo di degradazione per cui in circa 5 giorni perde di efficacia.

La varietà Kurstaki agisce contro le larve di lepidottero, come ad esempio la processionaria e la cavolaia.

Il Diflubenzuron è un regolatore della crescita che agisce nel passaggio da larva o pupa ad insetto adulto, ostacolando la formazione dei tessuti protettivi esterni e causando la morte dell’insetto. È attivo nei confronti delle larve di dittero e di lepidottero. L’impiego del Diflubenzuron viene indicato per le acque ricche di sostanza organica dove il B.T.I. verrebbe velocemente inattivato.

Questi prodotti vanno usati comunque con prudenza in quanto danneggiano, anche se pur parzialmente, lo zooplancton.

Il Methoprene è un larvicida che è utile in particolare per controllare le larve di zanzara mentre risulta meno efficace per quelle di chironomide.

La maggior parte dei ratticidi ha un’azione anticoagulante e causa la morte per emorragie interne. I ratticidi si possono classificare in ratticidi “a dose singola” e ratticidi “a dose multipla”.

I rodenticidi “a dose singola”, sono caratterizzati da essere efficaci con una singola ingestione, e la loro tossicità è maggiore generalmente di quelli a dose multipla. I principi attivi sono il Brodifacoum, il Bromadiolone, il Difacinone, il Difenacoum, il Clorofacinone.

I prodotti “a dose multipla” offrono una sicurezza maggiore per l’aspetto tossicologico e i principi attivi sono il Cumarolo, il Coumatetralil.

In caso di avvelenamento da prodotti ratticidi anticoagulanti deve essere somministrata vitamina K.

Di diversa modalità di funzionamento è il calciferolo o vitamina D2, che somministrata in dose elevata causa processi di calcificazione degli organi interni ed in particolare dei reni. Anche se viene considerato come prodotto tossico-acuto, si può ritenere “sicuro” in quanto in caso di avvelenamento accidentale è sufficiente somministrare l’antidoto costituito da cortisone e la procina-calcitonina.

È un particolare bomboletta che dispone di un pulsante erogatore che, una volta spinto verso il basso,si incastra e il contenuto fuoriesce completamente in modo automatico. Lo spray, a base di piretroidi, va collocato nei locali infestati, avendo cura di chiudere porte e finestre. Il trattamento dura almeno 5-6ore,dopo di che i locali vanno arieggiati per almeno 6 ore. Una bomboletta viene di norma impiegata per un volume di 100 mc.

Sono i classici spray che si trovano in vendita anche nei supermercati che contengono miscele di piretroidi addizionati con prodotti sinergizzanti e con gas propellenti. Tra i più frequenti principi attivi troviamo la permetrina e la tetrametrina.

È un prodotto insetticida specifico per insetti che devono essere abbattuti immediatamente, come le vespe e i calabroni, che sono pericolosi per le loro punture. Il prodotto contiene piretroidi ad elevato potere abbattente (effetto “Knock down”), quale la tetrametrina sinergizzata con il piperonil butossido. Lo spray per vespe deve la sua grande efficacia al propellente usato, l’azoto, che consente un lungo getto e nel contempo con la bassa temperatura che genera,un ulteriore effetto abbattente.

Il trattamento va effettuato la mattina presto o la sera, in modo da colpire tutta la colonia.

Sono costituite da contenitori di plastica, rigida o morbida, che nella parte superiore sono munite di aperture dalle quali entrano le mosche.

Nel contenitore si pone l’esca, che può essere in forma liquida od essiccata, e si aggiunge acqua fino al livello prestabilito. Le trappole vanno collocate a 10-20 metri di distanza dalla zona che vogliamo sia libera dagli insetti, alcune le mettiamo al sole e altre in posizione ombreggiata. Ogni 10 giorni aggiungiamo acqua e una volta al mese vanno svuotate nella fossa settica. Quindi si rimette l’esca e così di seguito.

Ultimo aggiornamento
10/06/2022
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